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Mabi Two  - ARC 2009

- da Las Palmas nelle Canarie a Santa Lucia nei Caraibi -

 

Le ultime 1000 miglia

Ora, ci sembra essere vicini, anche se e' la stessa distanza tra la Sardegna e la Turchia.

Nelle prime ore della notte, prima che sorga la luna, si naviga nel buio totale, il mare e' di un nero piu' assoluto, non vedi niente, mentre senti la barca ondeggiare sotto i piedi in tutte le direzioni; e' come guidare bendato un auto ad alta velocita', ma si ha soltanto la bussola a dare indicazione di direzione. Si prova un senso di disagio in queste condizioni, ma quando alzi gli occhi al cielo trovi la compagnia familiare di un cielo stellato, brillante come mai l'hai visto e ti rallegra il cuore.

Fortunatamente la luna in questi giorni splendeva piena e quando era alta nel cielo, illuminava il mare tutto attorno alla barca e rendeva l'atmosfera molto piu' amichevole e tranquilla. Quando succedeva di riapparire improvvisamente nel cielo coperto di nuvole nere, vedevi accendersi alle spalle una luce forte come i fari abbaglianti di un camion e ti viene spontaneo girarti verso poppa per vedere chi ti sta sorpassando! L'effetto dei raggi lunari sulle onde che arrivano di poppa e' incantevole, sembrano montagne di argento sfuso, o mucchi di diamanti luccicanti e per altri cristalli di ghiaccio in movimento; un ulteriore spettacolo inatteso offertoci dall'Atlantico.

5 Dicembre ore 4.00: una distrazione della guardia notturna ci ha portato nel centro di un grosso groppo con raffiche di oltre 40 nodi. Eravamo con vela ridotta, ma era sempre troppa ed abbiamo atteso a lungo per finalmente uscirne. Dobbiamo procedere la notte con vele ancora piu' ridotte per essere pronti per qualsiasi evenienza, tanto i groppi sono caratteristiche di queste latitudini e bisogna conviverci, meglio ancora sarebbe cercare di evitarli.

Ormai sono tanti i pesci volanti che abbiamo trovato sulla coperta, alcuni vivi, che prontamente restituiamo al mare. Stupiscono per il loro perfetto adattamento al volo che gli permette lunghe volate sopra le onde, anche di cento metri.

Un nuovo cigolio fastidioso e preoccupante ha iniziato a farsi sentire nel timone, la cui origine e' stata scoperta dopo varie peregrinazioni nelle viscere della poppa e risolto con un'opportuna goccia d'olio nella puleggia incriminata, dal nostro abile contorsionista manutentore Luigi.

6 Dicembre: oggi ci ha accompagnato un branco di delfini, di taglia piu' piccola di quelli visti prima, che scorazzavano attorno alla barca come dei bambini felici di aver trovato un giocattolo nuovo. Il papa', quello piu' grandicello, faceva salti completamente fuori dall'acqua, ma difficilissimo a catturare in foto. Poi, piu' tardi, un altra balena ancora faceva tanti giri attorno alla barca. Sicuramente e' una balena diversa da quella dell'altro giorno, in quanto faceva giri diversi. Dopo sono tornate in due, una tutta bianca che hanno continuato ad osservarci, girandosi su un fianco, nuotando attorno e sotto la barca. Ma come fanno ad ammazzare questi esseri simpatici? Peschiamo un tonnetto, il nono pesce della traversata. Stasera suschi.

Oggi abbiamo camminato bene, con vento teso e costantemente dalla direzione giusta, quindi siamo rimasti sempre in rotta. In effetti sembra un anno anomalo, con vento di direzione leggermente variabile, che ti costringe fuori rotta, con la neccessita’ di dover cambiare bordi.

Nel buio della notte, ancora cuciture sul fiocco, per finire il lavoro e di metterlo a nuovo. Grazie ragazzi, ben fatto.

7 Dicembre: E' curioso che le tre barche Jeanneau 54DS (Mabi Two, Tioram e Felicita), partite assieme da Las Palmas, oggi si trovano tutte e tre vicine, entro soli 40 miglia, dopo aver percorso oltre 2000 miglia ed essersi sparpagliate nell'Atlantico. Una di queste (Tioram) l'abbiamo pure vista e salutata alla radio VHF. 

8 Dicembre: Abbiamo pescato un dorado di 6 kg. e siamo a 399 miglia da S. Lucia. Incrociamo una barca nella notte e scopriamo che e' proprio Felicita. Ci scambiamo saluti al VHF, promettendo di ri-incontrarci a terra, a S. Lucia. Ci dicono di aver sbattuto ben due volte contro delle balene, senza conseguenze alla barca e speriamo anche per le balene..

Il tempo libero
Tutti pensano che c'e' molto tempo libero durante la traversata ed ognuno di noi aveva portati molti libri da leggere, ma ci accorgiamo che non c'e' molto tempo per la lettura. Ci sono i turni al timone (4 ore al giorno per ciascuna persona), i cambi di mura delle vele, la loro regolazione, la manutenzione quotidiana delle attrezzature, le pulizie di bordo, la cura della pesca per il prossimo pasto offerto dalla natura, il controllo della frutta e della verdura (bisogna girarla ogni giorno per aereggiarla), la cucina, i piatti ed il riposo di ricupero dopo il proprio turno di guardia. In effetti il dolce dondolio della barca concilia sonni lunghi e profondi, nonostante i rumori di quelli fuori che regolano le vele, degli winch elettrici, dello sbattimento di vele e di scotte ecc.

Durante i momenti liberi si riscopre il piacere della conversazione e dell’essere immersi completamente nella natura, con frequenti avvistamenti di fauna marina. Sotto cieli notturni limpidi e meravigliosi, molti discorsi si aggirano sulla natura, sull'universo, sull'astronomia e sulle leggi di fisica in generale. La politica italiana ci e' lontana, quasi aliena e nessuno si e' mai lamentato della mancanza dei giornali quotidiani e di notizie di vicende scandalistiche, politiche e non. 

Il passatempo piu' apprezzato da tutti e' il "whale watching", l'osservazione delle balene, orche, delfini, pesci volanti, tartarughe, uccelli marini ecc. Ecco, tutti in coperta, anche quelli che stavano dormendo, con macchine fotografiche e cineprese alla mano, "attenti a non strambare!", perché anche il timoniere vuole osservare e si potrebbe distrarre; "agganciati, se no caschi in mare!" E tutti meravigliati dalla simpatia dei nostri fratelli marini, che girano e si rigirano su un fianco per meglio osservare noi, quanto noi osserviamo loro.

Poi ci sono le lezioni sull'uso del sestante, ripartite da Sandro, arte acquisita durante la sua carriera nella Marina Militare; le autorevoli correzioni tecniche di Giancarlo (ingegnere civile) sulle nostre strampalate asserzioni di fisica; e per non parlare dei lunghi discorsi quotidiani sul menu del giorno, materia molto a cuore a tutto l'equipaggio.

Anche se l'ARC, classe crociera di cui noi facciamo parte, non e' una regata, la sola presenza di piu' barche che si dirigono verso lo stesso punto, aguzza la competitivita' che sta in ognuno di noi, quindi lunghi dibattiti sulle tattiche da adottare per arrivare prima di qualche altra barca amica. Sandro e Giorgio, i nostri rispettivamente Tattico e Router, si confrontano ogni giorno al tavolo con carta nautica, la lista delle posizioni aggiornate delle barche, compasso e squadretta a studiare e pianificare le mosse tattiche della giornata. Ma a volte lo Skipper (io) rovina tutto, non permettendo l'alzare di tutta la tela che vorrebbero loro, asserendo "motivi di sicurezza", specialmente la notte; in effetti, non possiamo rischiare una rottura importante delle attrezzature veliche situati cosi' lontano da terra. Un albero di fortuna comporterebbe un ritardo di settimane per arrivare a Santa Lucia, senza considerare il rischio di ferite gravi a qualcuno in caso di caduta dell'albero. Sono gia' tre le barche ritirate per danni alle attrezzature veliche, una addirittura abbandonata ed altre tre per danni al timone, di cui una abbandonata. Quindi, "pazienza ragazzi, andiamo bene lo stesso cosi', l'importante e' arrivare, e sani e salvi".

9 Dicembre: ci avviciniamo sempre di piu' alla meta ed aumenta l'entusiasmo per l'arrivo, ma non necessariamente per la fine del viaggio, anzi ci dispiace che presto finirà l'avventura. C'e' urlo di gioia ogni volta che il conta-miglia scende, da 300 a 200 a 100 miglia rimasti da percorre ed iniziano i preparativi per l'arrivo, che sarà di notte fonda. 

10 Dicembre: la notte, un altro incontro con un groppo, ma era carico piu' di pioggia che di vento ed il peggio lo schiviamo con una piccola deviazione di percorso. Stasera si finisce l'ultimo del pesce rimasto; da notare che peschiamo solo il necessario per mangiare. C'e' un bel vento teso, con un occasionale onda di traverso e viaggiamo bene, con un punto massimo di velocita' della giornata di 10,6 nodi attribuiti a Luigi al timone.

La quarta cucitura all'orlo del fiocco, la piu' difficile, essendo la piu' alta, eseguita dai nostri arditi Luigi e Gianfranco abbarbicati sul pulpito (alla Titanic) con ago e filo, legati alla barca naturalmente. Diciotto giorni di Atlantico producono piu' logorio alle vele che un anno intero di Mediterraneo. La velocità giornaliera aumentata a 10,8 nodi.

Mancano 50 miglia e c'e' grande attesa per l'avvistamento di terra che si prevede per le 19.00 circa ora locale. Un amico da terra ci ha suggerito via email di inviare un membro dell'equipaggio in testa d'albero per meglio avvistare terra, alla Cristoforo Colombo, ma non mi sembra il caso.

Arrivo a Santa Lucia
"Terra!!" gridiamo alla vista di un vulcano sull'orizzonte verso il sole che tramonta e dopo altre cinque ore, appena sfiorati dall'ultimo groppo. Abbiamo attraversato la linea d'arrivo alle 23.22 locali, immortalati nel buio dal fotografo che ci e' venuto incontro sul gommone. In banchina ci ha dato il benvenuto un tipo Caraibico a nome dell'Ufficio del Turismo, con un punch al rum, cesto di frutta, bottiglione di birra e sacca con informazioni turistiche. Con gambe traballanti, non sappiamo se per colpa della lunga permanenza in mare o per il punch per niente leggero, ci siamo diretti al primo bar per una ben meritata birra (o erano due?)

Al primo risveglio subito all'ufficio di Immigrazione e Dogana e poi all'ufficio del marina per le inevitabili pratiche burocratiche. Ancora frastornato, mi sono seduto al bar per un caffe' e croissant sfornato al momento e mi sono guardato attorno: palme, banani, fiori tropicali, vulcani coperti di foreste tropicali, gente di colore, stravagante, rasta, simpatica, felice, che ti salutano con un sorriso genuino, mi e' venuto di colpo la realizzazione emozionante, di aver veramente attraversato il globo ed essere giunto in un tutt'altro mondo. 

Il giorno seguente, veniamo a sapere che siamo arrivati prima delle altre due barche gemelle, Jeanneau 54DS, il che ci ha reso molto soddisfatti. Tempo impiegato 18 giorni, 14 ore, 22 minuti, 20 secondi.

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Per ulteriori notizie e mappa delle posizioni, consultare il sito dell'ARC: www.worldcruising.com/ARC/index.aspx

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